La fase due
Ronciglione (VT)
In realtà sono tornato a Roma ieri, non sono più a Ronciglione. Ma ho iniziato a scrivere questa pagina là quindi posso etichettarla così. Dal lago (di Vico), ho reso il Mac e ho letto qualcosa su Kobo Sage. Poi questa mattina ho corretto un bug al sito: il tasto indietro del browser portava ad una pagina di errore quando la pagina precedente era… una pagina di errore.
È meno complesso di quel che sembra. Se per qualche motivo finivo in una pagina 404, e se navigavo fino alla pagina “Indice” cliccando sul tasto “Torna all’indice”, avevo un brutto messaggio di errore quando premevo il tasto indietro del browser. Una cosetta sgarbata e goffa che ho corretto attaccando a quel bottone giallo il modulo goto
e l’argomento replaceState
di SvelteKit. Con questo, Javascript ordina al browser di cancellare l’URL della pagina di errore dalla cronologia dell’utente quindi quando si preme il tasto indietro non c’è più il rischio di trovarsi spiazzati. Ecco il codice.
<script>
function goBack() {
goto('/indice', { replaceState: true });
}
</script>
<button on:click={goBack}>Vai all'indice</button>
In realtà questa accortezza non è necessaria per una mancanza di SvelteKit ma perché il sito è generato come file statici e Netlify tende a sostituire le pagine 404 dei siti statici con le sue. Per aggirarlo, genero una 404.html ad ogni aggiornamento/commit del sito e la copio nella root prima di mandare tutto online con un postbuild
specificato nel package.json
.
Gli altri lavori al sito sono in stallo per colpa del Mac, dei due Kobo, della Raspberry Pi Zero 2, e dell’altro progetto hardware che sto portando avanti; è presto per parlarne, potrebbe sfociare in niente - e non è il cyberdeck che ho citato in qualche pagina. Il prossimo aggiornamento a pressappoco sarà per le icone dei risultati di ricerca, quelle per indicare video, audio, codice, ecc ecc, ora dozzinali ma presto uniche, ancora fatte a mano dallo strabiliante Michele.
Chiudo tutto
Ma non è di questo che volevo scrivere. Ci sarà una novità nelle prossime ore: chiuderò tutti i commenti, su tutte le piattaforme, su tutte le mie cose. Sembra drastico ma non lo è, perché per prima intenzione volevo chiudere tutto e lasciare attivi solo questo sito e solo questo podcast. Allora sì! E non sarebbe stata una scelta istintiva perché ci ragiono da mesi e perché credo sia un punto d’arrivo, alla fine. Ma non sono ancora così forte e così stabile, non sento ancora l’urgenza di farlo. Per essere precisi, da un momento all’altro:
- I video YouTube, passati e futuri, avranno i commenti chiusi.
- I post su Instagram avranno i commenti chiusi.
- Riceverò soltanto le interazioni Twitter di chi mi segue.
- Non risponderò al 99% delle email inviate dal modulo contatti (tenuto online, è scritto chiaramente da due anni, per proposte e idee, o per richieste commerciali), ovvero a tutte le email di assistenza e di consulenza (gratuita) ricevute ogni giorno.
Mi perderò molto, ma l’esperienza mi insegna che la vera community è un’altra, e che se per un certo periodo non leggerò i pareri di chiunque passi là fuori non morirà nessuno. Forse mi alleggerirò un po’ l’umore. Forse mi illuderò davvero che tutto sta andando come previsto. La verità è che ho sempre dato poca importanza a questo chiacchiericcio e tante energie all’interazione profonda che crei con un vocale, con un incontro, con una email scritta bene; quella è la community, quella è la gente che si muove con te. Il contorno è sopravvalutato. Non serve nemmeno ai social network perché gli algoritmi non usano il numero dei commenti per portarti in alto nel ranking. Serve ai siti che hanno basato il loro traffico sul numero di finti account con cui è possibile partecipare, e serve a generare quel qualunquismo che tutti disprezzano su posti come Facebook.
Comunicare senza contraddittorio sarà la scelta giusta per uno come me - uno che da anni vive di community ecc ecc? Non lo so. Ma è meglio chiarire dei punti con un vocale, non si sa mai.