Save tons of time
Da un Chuwi con fvwm, inutilizzabile
Corro chilometri vicino al mare, spio i pettirossi sul ficodindia da dietro il vetro e li confronto con le cornacchie di Roma, ascolto QVC per imparare la persuasione, cerco, senza riuscirci, di far prendere fuoco alla legna fresca, do da mangiare al gatto di nascosto, mi addormento con Charlotte Brontë sullo sterno, penso tanto a Linux (nota: Ricompilare il kernel con localmodconfig, mettere a punto il modulo i915, e il touchpad con libinput. ); e aspetto il momento in cui dovrò raccogliere tutto e tornare in appartamento in città.
Potrei vivere così? Non credo, non per molto. Stamattina ci ho pensato per due ore. Servirebbe solo se fossi solo, se in completa solitudine, se estremizzato e spiritualizzato. Altrimenti basta prenderne un po’ alla volta, rilassarsi finché basta a rilassarsi, e per resto tirare avanti come fanno tutti, programmare le stagioni di giorni fuori in giorni fuori, di venerdì in venerdì; e comprare il tè verde da Ikea, e correre in pista, e ricevere i pacchi in giornata, e diventare, anche te, un’onda. Non c’è niente di sbagliato e non c’è nessuno, neanche te stesso, a cui renderne conto.
Quella volta che ho venduto il dominio a Google
Ieri ho registrato una puntata del podcast perché volevo puntualizzare il discorso sulle qualità di Chrome OS iniziato nella video recensione di fine anno. Poi ho iniziato a chiacchierare e ci ho preso gusto. In breve: perché consiglio i Chromebook alle scuole? Perché il marketing ha ragione quando scrive che i Chromebook “Save tons of time”? E quanto mi ha pagato Google per il dominio chromebook.it venduto nel 2011?