Come trattare chi ha problemi col cibo
San Felice Circeo (LT)
Cresciuto sovrappeso, diciamo pure molto grasso, nel tipico piccolo paese che d’estate scoppia di turismo, forzato dalle circostanze (nota: Perché ai tempi, dalle mie parti, era scomodo e impopolare fare sport diversi dal calcio. ) a giocare a calcio, sin dai pulcini, quindi portato a rapportarmi tre volte a settimana, nudo nella doccia, con bambini più magri di me, più bravi di me, più invidiati di me - e ora forte di una forma fisica non comune a 42 anni, con appena 62 kg addosso e ben oltre i 4200 km annui sulle gambe, maratone, mezze maratone - mi viene da dare qualche suggerimento su come avere a che fare con chi ha problemi con il cibo. Perché chi è cresciuto grasso non si sentirà mai magro, tanto meno abbastanza: e ci saranno attimi di forma e (brevi) periodi migliori di altri, d’accordo, ma nessuna liberazione definitiva per noi, nossignore.
Io ho problemi con il mio corpo. Sono soffocati dalla ricompensa dell’attività fisica estrema ma ci sono e ci saranno fino alla fine. Allo specchio mi vedo bene solo nelle tre settimane a cavallo di una gara, meglio se una maratona tirata, quando sei troppo magro per la maggior parte delle persone. Se mi scopro riflesso, dopo un lungo o un allenamento sfiancante a digiuno, col volto un po’ emaciato e con lo stomaco in dentro, allora lo riconosco e ne sono felice. Non si è mai magri abbastanza quando non ti senti magro. Io ho problemi con il corpo ma non con il cibo, credo. Mangio tanto, e mangio di gusto; solo le mie cose, solo al vapore, quasi senza condimenti e abbinate come dico io, ma la mole di alimenti che mando giù ogni giorno è importante, più della media. Ci sono dei momenti in cui sgarro un po’, quando preferisco una fetta di pane alla mela o quando mando giù 15 mandorle anziché 7; o quando aggiungo le due fette biscottate anche alla colazione post-allenamento blando (nota: Che son sempre 60 o 70 minuti di corsa lenta, circa 10-12 km. ) oltre a quella dopo un lavoro intenso. Senza dubbio, io corro per poter mangiare di più, e superare i 100 km a settimana mi assicura quel margine di calorie a cui non voglio rinunciare. Per questo un infortunio mi terrorizza, e un impegno imprevisto mi rovina l’umore.
Coraggio!
Detto questo (c’è di peggio! non mi lamento di come sono finto col diventare) ho dei consigli per avere a che fare con una persona come me.
- Se la vedete meno magra del solito, più in buona salute, meno emaciata e meno tirata, mai farglielo notare. “Ti vedo un po’ ingrassato, ora sì che stai bene!” - è la peggior frase possibile. Se siete a tavola insieme, mai far notare che sta mangiando più del solito, neanche per fare una battuta. Non importa il livello di confidenza con questa persona: mai evidenziare il suo problema con il cibo.
- Se vostro figlio è un bullo, se sapete che dà fastidio ad altri bambini o ragazzi, risolvete la questione. Se non sapete come fare o se non avete tempo, chiedete aiuto a qualcuno: anche il medico di famiglia sa indirizzarvi. Mai incoraggiarlo o mostrare empatia; bambini e ragazzi bulli non stanno giocando, non sono più furbi né tanto meno più svegli: stanno rovinando la vita altrui. Esatto, è così: ma potrebbero non capirlo da soli quindi spetta a voi intervenire.
- Se il figlio di un vostro amico è un bullo, o se il figlio di un vostro conoscente è un bullo, o se sapete che quel certo ragazzo a scuola è un bullo, denunciate e cercate di risolvere. Non sono bravate, e non sono affari di altri. Si tratta di migliorare la vita di altre persone. È più importante della pagella ed è più importante dell’impegno di lavoro che vi dà il pretesto per agire subito.
- Se vostro figlio è vittima di bullismo, cercate di affrontare e risolvere il problema. Se non ci riuscite o se non sapete cosa fare, chiedete aiuto: il solito medico di famiglia vi può indirizzare. È probabile che lui stesso non si renda conto di cosa sta soffrendo, per questo dovete occuparvene voi. E mai incoraggiarlo a difendersi con le cattive, o a far finta di niente, o peggio colpevolizzarlo perché non è come gli altri. Se lo fate, gli state rovinando la vita. E arriverà il giorno che ve lo rinfaccerà (sempre che, per allora, non gli facciate troppa pena per darvi questo dispiacere).
- Se vostro figlio è sovrappeso, e se non siete medici del settore, consultate uno specialista. Lo specialista evita estremismi e scompensi alimentari, non fa esperimenti ed è meglio della vostra “dieta dei miei tempi”. Non significa tirar su dei figli modelli, non significa essere fisati: è insegnare a prendersi cura del proprio corpo, ad avere cura di se stessi, a rispettare un metodo, a prendersi un impegno.
Problemi così capitano, ma basta affrontarli; la maggior parte dei problemi della vita capitano, e il primo passo da fare è proprio affrontarli. Non sottovalutate la sensibilità di un bambino a disagio perché non è vero che tutto fortifica; e non credete a quello che vuole farvi credere, perché per lui il vostro ruolo potrebbe essere un altro. Se pensate che ci sia un problema andate oltre le apparenze prima che faccia danni.